Toscana oltre il lifestyle: investitori stranieri cercasi
Grazie a un bando milionario

Con un prodotto interno lordo pro capite sopra la media nazionale (6,5% in più), un valore aggiunto manifatturiero in crescita rispetto agli ultimi due anni e un’occupazione femminile che sfiora il 70% la Regione Toscana rilancia la propria strategia di attrazione di investimenti esteri in occasione dell’Annual Meeting di Invest in Tuscany, la direzione che da oltre 10 anni lavora direttamente in contatto con la Presidenza per supportare le aziende che vogliono mettere radici sul territorio. A partire da un nuovo bando che mira soprattutto a stimolare investimenti in ricerca e sviluppo: si parte con una dotazione di 5 milioni di euro destinata a raddoppiare.

Perché la Toscana non è solo lifestyle, buon vivere e alto artigianato. E’ anche terra di atenei d’eccellenza, startup innovative, spin-off universitari, piccole e medie imprese altamente specializzate che possono dare un boost alle grandi multinazionali che decidono di radicarsi sul territorio.

Sono circa 3000 le unità locali di aziende multinazionali in Toscana (il 6,2% del dato nazionale), con oltre 80mila lavoratori: rappresentano solo 0,9% delle unità locali toscane ma contribuiscono al 19,5% del valore aggiunto (11,2 miliardi) e al 18,1% del fatturato (37,2 miliardi). I vertici delle imprese multinazionali a controllo estero in Toscana risiedono principalmente in Francia, seguono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Numeri in aumento tra il 2017 e il 2023, nonostante le incertezze che hanno segnato l’economia a livello globale. Secondo il Rapporto della Community Toscana 2024 realizzato da The European House – Ambrosetti e presentato a Firenze lo scorso 17 gennaio, il 74% degli indicatori economici analizzati in Toscana a confronto con le altre regioni, presentano una variazione positiva nell’ultimo anno (26 su 35). Cinque le aree strategiche prese in esame per valutare la competitività: apertura al business verso l’esterno (a partire da export, imprenditoria e turismo), innovazione e transizione digitale, mercato del lavoro e istruzione/formazione, transizione verde ed energetica, dotazione infrastrutturale materiale e immateriale (ovvero infrastrutture legate ai trasporti e alla connettività).

Tra gli ambiti su cui la Toscana supera la media nazionale la percentuale di nuove imprese avviate in rapporto alla popolazione (seconda regione in Italia), l’incidenza delle rinnovabili al netto dell’idroelettrico (95,4% rispetto al 74,5% di media nazionale, che rende la regione tra le meno vulnerabili rispetto alla dipendenza dalle fonti fossili), l’export che rappresenta il 42,4% del PIL regionale contro una media del 31,9% (+14,3% rispetto al 2021). Sono ancora poche, invece, le aziende che vendono online: l’11,8% del totale, percentuale su cui incide anche la dimensione media delle imprese. E si può fare meglio sulle infrastrutture ferroviarie, con particolare riferimento ai collegamenti tra i principali porti toscani – tra i più importanti in Italia – e il resto del Paese.

Con il nuovo bando in via di pubblicazione la Regione mira a far prosperare nel prossimo triennio settori quali: la trasformazione alimentare di alta gamma, le scienze della vita (con focus Health e Biopharma), beni di lusso, automazione e robotica, tecnologia verde e blu e mobilità elettrica, carta e tessuti non tessuti, immobiliare, education. Tra i paesi target: Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Scandinavia, BeNeLux in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone extra Europa. In parallelo Invest in Tuscany lavora con Anci, Upi e Comuni capoluogo, attraverso un protocollo d’intesa finalizzato a diffondere la cultura dell’attrazione, mappare il territorio, creare competenze, e con Confindustria, per favorire la retention delle imprese già localizzate: un patrimonio da capitalizzare e non disperdere.

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