Ma che Testo è stato!

A pochi giorni dalla conclusione di Testo, la fiera fiorentina del libro alla sua seconda edizione, si sente ancora tra chi ha partecipato l’eco dello slogan “ma che testo sarà?”. E a questa domanda non si può rispondere se non con entusiasmo. Con più di diecimila visitatori, la fiera organizzata da Pitti Immagine in collaborazione con Stazione Leopolda da un’idea di Todo Modo si conferma una realtà importante per Firenze.

Entrando nella Stazione Leopolda, ci si accorge immediatamente dell’uniformità delle esposizioni dei libri delle oltre cento case editrici partecipanti: quelle più grandi e più famose hanno lo stesso spazio di quelle più piccole e indipendenti, creando una dimensione comune in cui il visitatore può orientarsi secondo le sue personali esigenze. L’uniformità c’è anche nei colori: arancione, bianco e nero per tutti, con i nomi delle case editrici scritti con lo stesso identico font. Testo sembra un’esposizione, un allestimento museale che toglie quei ritmi frenetici propri delle fiere per immergersi in un clima più calmo, di quelli necessari per chi vuole stare a contatto con i libri e con il loro contenuto.

Si sente aria di festa, si sorride, si mangia e si gioca a biliardino, si legge, si parla e soprattutto si ascolta. Gli appuntamenti sono stati tanti, oltre 200, tutti molto frequentati e focalizzati non solo sulla letteratura, ma anche su temi di attualità. Degni di menzione sono l’affollatissimo incontro Schwa o non schwa tra Vera Gheno e Andrea De Benedetti e Il fascismo è contro ogni cosa femminile con Ece Temelkuran e Lea Nocera. Ad accompagnare i visitatori per tutti e tre i giorni, c’è stata una delle grandi novità di questa edizione, ovvero Radio Gridolini, una radio interamente dedicata al salone che con 24 ore di diretta no stop ha avuto come protagonisti proprio gli autori e le autrici ospiti della fiera. In più Testone, il giornale stampato che ha dato un’istantanea delle giornate appena trascorse.

I panel di scrittori, scrittrici e intellettuali non solo italiani si sono alternati tra nomi noti ed esordienti, tra narrativa e saggistica, creando un dialogo continuo tra generazioni che grazie al libro si sono incontrate, confrontandosi sulle mutazioni dei generi, dei temi e degli stili, approfondendo e riscoprendo il passato e immaginando il futuro. È stata riproposta con successo l’articolazione in sette stazioni che mostrano come nasce un libro, dal manoscritto al risvolto, dalla traduzione al segno, dal racconto fino ad arrivare alla libreria e al lettore, percorsi utili non solo agli addetti del settore ma anche agli appassionati e ai bibliofili. Oltre ai panel, sono stati tanti i laboratori e i percorsi a cura di varie librerie italiane che hanno reso i visitatori parte attiva dell’intera fiera.

Firenze riesce a inserirsi finalmente in quel circuito nazionale che da troppo tempo le è stato precluso. Il festival La città dei lettori aveva già cominciato un processo di riconoscimento della capitale toscana come importante realtà culturale italiana e Testo conferma questa visione, portando a Firenze il meglio dell’editoria indipendente e non. Testo non si pone come alternativa alle altre manifestazioni culturali legate al libro, ma come qualcosa che completa un panorama più ampio. Si pone come punto d’incontro tra quelle che sono soprattutto persone prima di ruoli professionali, integrando l’esigenza commerciale a quella culturale ed estetica, tre fattori che questo febbraio nelle sale della Stazione Leopolda si sono espresse in tutto il loro potenziale.

 

Luca Starita